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Comune
di Filattiera - Info
Abitanti 2.583
Superficie 48,97 Kmq
Altitudine 134/1852 m. s.l.m.
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Già nell'età del rame
(circa 3000 anni avanti Cristo), delle tribù di
allevatori si erano stanziate stabilmente nella valle.
Non si trattava di villaggi grandi e frequenti come
quelli medievali, o moderni; ma è certo che essi, anche
se probabilmente costituiti da poche capanne di legno
stuccate di argilla, erano distribuiti lungo la grande
via di comunicazione che ha sempre collegato il Mar
Tirreno alla Pianura Padana. Gli uomini eneolitici della
Lunigiana praticavano un culto della figura umana, il
cui rituale c'è ignoto, ma che si esprimeva scolpendo
in modo stilizzato figure femminili e maschili nella
pietra. L'arenaria-macigno usata veniva lavorata con
strumenti di pietra molto duri e tenaci, e le
statue-stele che ne derivavano erano comunque assai
pesanti: in media dai 150 ai 300 chili. Perciò, anche
dopo essere state abbattute, e spesso spezzate
intenzionalmente per l'arrivo di nuovi culti, restavano
sul posto e venivano sepolte poco lontano da dove erano
state erette. A Filattiera si vedono ancora statue-stele
nelle frazioni di Scorcetoli e di Gigliana, ma sono
state trovate anche sotto alla pieve di Santo Stefano,
dove una di esse, mancante di testa, funziona ancora da
pulpito. Quando nel 155 avanti Cristo il console Claudio
Marcello sconfisse le ultime resistenze opposte dai
Liguri all'occupazione romana, trovò a Filattiera un
villagio di capanne poste sulla collina retrostante lo
sperone di Castelvecchio, separata dalla
"Selva", l'unica via di facile accesso alla
collina, con un profondo vallo artificiale, ancor oggi
visibile. Gli abitanti sopravvisuti vennero deportati
nel Sannio, come già trentanni prima migliaia di
Liguri-apuani. Della Selva si raccontava fino dagli
inizi del nostro secolo una leggenda riguardante il
"ballo dei morti", la cui origine si è
perduta nel tempo. E' certo invece che i Liguri-apuani
di Filattiera sepellissero le urne con le ceneri dei
defunti ai piedi della collina, dove passa adesso la
ferrovia.
Un ambiente pressoché
abbandonato trovò nel 109 avanti Cristo il console
Emilio Scauro che faceva tracciare una prima strada
regolare per collegare la colonia romana di Luni, ed il
suo porto, a quello di Parma e Piacenza. Dovette passare
dell'altro tempo, perchè dopo la pace instaurata
dall'imperatore Augusto, sorgesse a Filattiera, sul
terrazzo ai piedi della collina di Castelvecchio, al
confine settentrionale del territorio di Luni, un
particolare insediamento il cui nome Sorano (Surianum)
sta quasi certamente ad indicare il fondo, o podere di
un certo Surio. I resti sono stati completamente scavati
e rilevati, e per ora ricoperti, a causa delle forti
sorgive di acqua che vi sono nel terreno. Qualsiasi
cittadino nell'impero romano che fosse passato in quel
periodo da Filattiera, come fece quasi certamente il
medico dell'imperatore Claudio, avrebbe fatto una sosta
in un edificio ad un solo piano, con un piccolo cortile
centrale, contornato da magazzini e spazi dove
ricoverare i cavalli. Era un complesso modesto, e privo
di richezze architettoniche, rispetto alle ville private
che esistevano, in quel periodo, attorno a Luni, ma
assai più spazioso rispetto alle case rustiche dei
contadini liguri che coltivavano le colline attorno alla
città. Le finestre avevano i vetri e, sulla mensa, i
famosi prodotti locali, come i formaggi, venivano
serviti nel miglior vasellame prodotto dalle fabbriche
di Arezzo e di Pisa, come nelle grandi città; i pochi
bicchieri intagliati arrivavano dalla valle del Reno, e
l'olio di oliva dalla Spagna. Per circa tre secoli la
fattoria-locanda di Sorano ha continuato le sue
funzioni, con alcune trasformazioni dell'edificio, e con
cambiamenti nelle supellettili, che provenivano sempre
più da fabbriche situate nelle province nord-africane.
Se la sua posizione su una delle principali strade che
univano Roma ed il porto di Luni alla Padana ed ai passi
alpini, lasciò tanti ogetti esotici nei rifiuti
accumulati attorno alla fattoria, determinò anche una
sua fine precoce, che corrisponde abbastanza alle prime
incursioni da parte di popolazioni che venivano da fuori
dell'impero.
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